Carex magellanica Lam. subsp. irrigua (Wahlenb.) Hiitonen - Carice irrigua
Inviato: 08 apr 2024, 14:26
Carex magellanica Lam. subsp. irrigua (Wahlenb.) Hiitonen
Suom. Kasvio: 161. (1933)
Basionimo: Carex limosa L. V irrigua Wahlenb - Kongl. Vetensk. Acad. Nya Handl. 24: 162 (1803)
Altri sinonimi: Carex magellanica Auct., Carex irrigua (Wahlenb.) Sm., Carex paupercula Michx.
Cyperaceae
Carice irrigua, Deutsch: Riesel-Segge
English: Poor sedge, boreal bog sedge
Français: Laîche arrosée, laîche de Magellan
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta 10-30 cm, formante cespi sciolti con corti rizomi.
Fusto sottile, trigono, liscio.
Guaine basali persistenti che diventano rosso-brune.
Foglie larghe 1,5-4 mm, flessibili, sottili ± piane, di colore verde oliva, scabre ai margini verso l'apice.
Ligula di 4-5 mm, tubolare con apice acuto.
Brattee inferiori fogliacee di colore giallo-verde tendenti al bruno, con guaina inferiore a 4 mm, lunghe quanto l'infiorescenza, talvolta superandola.
Infiorescenza lassa unilaterale con una spiga maschile e 2-4 spighe femminili.
Spiga maschile lunga 1-2 cm; gluma 5-6 mm, lanceolata, rossastra, con apice acuto.
Spighe femminili unilaterali lunghe 0,5-1 cm, ovoidi, ± distanziate, contenenti fino a 10-15 fiori, peduncolate e pendule; glume lanceolate di 2,8-7 mm, più strette e più lunghe dell'otricello, di colore rosso-bruno o bruno-porpora con nervatura mediana leggermente più chiara, apice acuminato o cuspidato, resta inferiore a 3 mm, che conferisce alla spiga un aspetto irsuto, presto caduche dopo la maturazione dei frutti.
Stimmi: 3
I frutti sono pseudanteci (otricelli) 1,5-2 x 2,5-3 (4) mm, ovato-globosi, ± compressi, debolmente nervati, papillosi, di colore verde mela chiaro, con becco minuscolo inferiore a 0,2 mm, o assente.
Acheni circa 2 mm, trigoni, ellittici.
Tipo corologico: Eurosiber. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
Habitat: Paludi acide con accumulo di torba e humus grezzo, con acqua fredda, da oligo a mesotrofa, nella fascia subalpina e alpina; specie caratteristica del Caricetum fuscae.
Sistematica e possibili confusioni: Simile a:
Carex limosa L. (vedi scheda) che si distingue per i lunghi rizomi, per le foglie glauche di larghezza < 2,5 mm, per le brattee inferiori all'infiorescenza e per gli otricelli con venature molto evidenti.
Il periodo migliore per l'identificazione delle Carex non è la fioritura (generalmente precoce), ma la fruttificazione. Di particolare importanza sono gli otricelli, gli stimmi e l'apparato radicale; in mancanza di questi caratteri è quasi impossibile identificarle con sicurezza, anche l'habitat può aiutare nel riconoscimento della specie.
Occorre fare attenzione al numero degli stimmi, può accadere che uno degli stimmi sia nascosto dall'otricello oppure si sia staccato e perduto durante la dissecazione, quindi per una corretta identificazione è sempre meglio esaminare parecchi fiori.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico dal nome classico latino cārex, caricis carice (in Virgilio, Georg. 3.231). L’etimologia del nome è ignota, tra le diverse ipotesi la più convincente è che derivi dal greco κείρω keíro io taglio, in riferimento al bordo tagliente delle foglie; il nome specifico in riferimento allo Stretto di Magellano, America del Sud; la subsp. irrigua da irrigo irrigare, inaffiare: irrigato, bagnato.
Proprietà ed utilizzi:
Nonostante il genere Carex sia così diffuso e numeroso, non si conoscono utilizzi a scopo alimentare e farmaceutico per nessuna specie.
Note e Curiosità: Il genere Carex è il più vasto della famiglia delle Cyperaceae, comprende circa 2000 specie distribuite su tutto il globo, prevalentemente in regioni umide, temperate o fredde, dove spesso costituiscono la vegetazione predominante (Cariceti) ma si adattatano anche ai pendii sassosi d’alta quota. Ai margini degli specchi d'acqua interni tendono a invadere stagni e laghi formando zone acquitrinose, poi terreni paludosi, infine pseudo-praterie che gradatamente si interrano. Sono tutte piante perenni, con fusti semplici spesso a sezione triangolare.
Benché le specie del genere appaiano macroscopicamente simili alle Poaceae, queste ultime possiedono due glume per ogni spighetta uni o multiflora e un perigonio formato da 2 tepali (lemma e palea) per ciascun fiore; i fiori sono tutti ermafroditi.
Tutte le specie di Carex hanno invece fiori unisessuali e sono spesso, ma non sempre, monoiche (entrambi i sessi sulla stessa pianta ma in fiori distinti); il perigonio è del tutto assente; una brattea erbacea (gluma) sottende ogni fiore; i fiori maschili sono ridotti a 1 (3) stami e i fiori femminili a 3 (2) carpelli formanti un ovario uniloculare.
Principali Fonti
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II ed.. Edagricole, Bologna
Hamon D. (2022) - Carex de France. Biotope Edition
Carex magellanica subsp. irrigua
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Roberta Alberti
Suom. Kasvio: 161. (1933)
Basionimo: Carex limosa L. V irrigua Wahlenb - Kongl. Vetensk. Acad. Nya Handl. 24: 162 (1803)
Altri sinonimi: Carex magellanica Auct., Carex irrigua (Wahlenb.) Sm., Carex paupercula Michx.
Cyperaceae
Carice irrigua, Deutsch: Riesel-Segge
English: Poor sedge, boreal bog sedge
Français: Laîche arrosée, laîche de Magellan
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta 10-30 cm, formante cespi sciolti con corti rizomi.
Fusto sottile, trigono, liscio.
Guaine basali persistenti che diventano rosso-brune.
Foglie larghe 1,5-4 mm, flessibili, sottili ± piane, di colore verde oliva, scabre ai margini verso l'apice.
Ligula di 4-5 mm, tubolare con apice acuto.
Brattee inferiori fogliacee di colore giallo-verde tendenti al bruno, con guaina inferiore a 4 mm, lunghe quanto l'infiorescenza, talvolta superandola.
Infiorescenza lassa unilaterale con una spiga maschile e 2-4 spighe femminili.
Spiga maschile lunga 1-2 cm; gluma 5-6 mm, lanceolata, rossastra, con apice acuto.
Spighe femminili unilaterali lunghe 0,5-1 cm, ovoidi, ± distanziate, contenenti fino a 10-15 fiori, peduncolate e pendule; glume lanceolate di 2,8-7 mm, più strette e più lunghe dell'otricello, di colore rosso-bruno o bruno-porpora con nervatura mediana leggermente più chiara, apice acuminato o cuspidato, resta inferiore a 3 mm, che conferisce alla spiga un aspetto irsuto, presto caduche dopo la maturazione dei frutti.
Stimmi: 3
I frutti sono pseudanteci (otricelli) 1,5-2 x 2,5-3 (4) mm, ovato-globosi, ± compressi, debolmente nervati, papillosi, di colore verde mela chiaro, con becco minuscolo inferiore a 0,2 mm, o assente.
Acheni circa 2 mm, trigoni, ellittici.
Tipo corologico: Eurosiber. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
Habitat: Paludi acide con accumulo di torba e humus grezzo, con acqua fredda, da oligo a mesotrofa, nella fascia subalpina e alpina; specie caratteristica del Caricetum fuscae.
Sistematica e possibili confusioni: Simile a:
Carex limosa L. (vedi scheda) che si distingue per i lunghi rizomi, per le foglie glauche di larghezza < 2,5 mm, per le brattee inferiori all'infiorescenza e per gli otricelli con venature molto evidenti.
Il periodo migliore per l'identificazione delle Carex non è la fioritura (generalmente precoce), ma la fruttificazione. Di particolare importanza sono gli otricelli, gli stimmi e l'apparato radicale; in mancanza di questi caratteri è quasi impossibile identificarle con sicurezza, anche l'habitat può aiutare nel riconoscimento della specie.
Occorre fare attenzione al numero degli stimmi, può accadere che uno degli stimmi sia nascosto dall'otricello oppure si sia staccato e perduto durante la dissecazione, quindi per una corretta identificazione è sempre meglio esaminare parecchi fiori.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico dal nome classico latino cārex, caricis carice (in Virgilio, Georg. 3.231). L’etimologia del nome è ignota, tra le diverse ipotesi la più convincente è che derivi dal greco κείρω keíro io taglio, in riferimento al bordo tagliente delle foglie; il nome specifico in riferimento allo Stretto di Magellano, America del Sud; la subsp. irrigua da irrigo irrigare, inaffiare: irrigato, bagnato.
Proprietà ed utilizzi:
Nonostante il genere Carex sia così diffuso e numeroso, non si conoscono utilizzi a scopo alimentare e farmaceutico per nessuna specie.
Note e Curiosità: Il genere Carex è il più vasto della famiglia delle Cyperaceae, comprende circa 2000 specie distribuite su tutto il globo, prevalentemente in regioni umide, temperate o fredde, dove spesso costituiscono la vegetazione predominante (Cariceti) ma si adattatano anche ai pendii sassosi d’alta quota. Ai margini degli specchi d'acqua interni tendono a invadere stagni e laghi formando zone acquitrinose, poi terreni paludosi, infine pseudo-praterie che gradatamente si interrano. Sono tutte piante perenni, con fusti semplici spesso a sezione triangolare.
Benché le specie del genere appaiano macroscopicamente simili alle Poaceae, queste ultime possiedono due glume per ogni spighetta uni o multiflora e un perigonio formato da 2 tepali (lemma e palea) per ciascun fiore; i fiori sono tutti ermafroditi.
Tutte le specie di Carex hanno invece fiori unisessuali e sono spesso, ma non sempre, monoiche (entrambi i sessi sulla stessa pianta ma in fiori distinti); il perigonio è del tutto assente; una brattea erbacea (gluma) sottende ogni fiore; i fiori maschili sono ridotti a 1 (3) stami e i fiori femminili a 3 (2) carpelli formanti un ovario uniloculare.
Principali Fonti
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II ed.. Edagricole, Bologna
Hamon D. (2022) - Carex de France. Biotope Edition
Carex magellanica subsp. irrigua
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Roberta Alberti