Capparaceae: Cappero spinoso
Pantelleria (TP), 340 m, giu 2022
Foto di Erina Montoleone
A Pantelleria il cappero, assieme all’uva “zibibbo”, rappresenta una delle eccellenze dell’isola.
In questo periodo la raccolta dei bottoni fiorali si presenta nel massimo della produzione.
Il cappero di Pantelleria è Capparis spinosa L., diffuso allo stato spontaneo e anche coltivato.
Per quanto riguarda le forme coltivate sono presenti quattro biotipi denominati:
-) Nocellara;
-) Çiavulara;
-) Testa di lucertola;
-) Spinoso.
Nocellara (Capparis spinosa var. inermis cultivar Nocellara) è il biotipo più pregiato. Fino a pochi anni fa rappresentava la forma più diffusa (90% circa). Ora è in calo.
Çiavulara è la forma più diffusa attualmente.
Testa di lucertola è poco diffusa e poco pregiata, perché il bottone fiorale tende ad aprirsi precocemente. È in via di estinzione.
Spinoso (Capparis spinosa L. subsp. spinosa) è molto raro. Si tratta di una specie spontanea antica che presenta stipole coriacee che feriscono le mani durante la raccolta dei boccioli. Sono pochissimi i terreni dove sopravvive ancora. Purtroppo, già da tempo nel corso degli anni, buona parte degli esemplari superstiti sono stati estratti da terra con le radici ed eliminati.
Tutte le piante vengono propagate in coltura per seme, non per talea, perché comporterebbe un eccessivo dispendio d’acqua, bene raro e prezioso in un’isola vulcanica.
Nel 1993 il cappero di Pantelleria ha ottenuto il riconoscimento IGP, recepito nel 1996 dalla Comunità Europea.
Nel 2015 avevo postato un cappero Spinoso. Questo è il secondo che sono riuscita a trovare nell’isola.
Si tratta di un altro sopravvissuto. Lunga vita e prosperità!
