Spaccapietra siciliana

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franca molinaro
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Spaccapietra siciliana

Messaggio da franca molinaro »

Santa Caterina Villarmosa (CL), 600 m, mar 2018
Foto di Salvatore Bonasera
Cari amici, al concorso che ho creato e che curo personalmente, nella sezione di etnobotanica mi è arrivata questa notizia: L'erba Spaccapietra cura i calcoli renali, biliari e tante altre patologie, lo stesso Salvatore, ormai mio amico, si cura con questa pianta. Gli chiesi i semi e lo scorso anno mi mandò la pianta verde ma la spedizione non fu celere e arrivò marcia. Vorrei avere una identificazione certa per inserirla nell'antologia. Potete aiutarmi? Lui dice che nasce in dicembre e fiorisce in tarda primavera. Cresce tra le rocce.
So che è stata menzionata da Adriano Fiori x questa sua proprietà, l'ho letto da qualche parte ma ora non ricordo altro né son stata capace di ritrovare la cosa in rete. poi non v'è altra letteratura in merito.
Essendo una Apiacea ho rinunciato all'identificazione. Posso aggiungere che il colore del fiore è bianco
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franca molinaro
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da franca molinaro »

perdonate la qualità delle foto, non riesco più a inserirle come un tempo :wall:
grazie, un abbraccio a tutti
franca
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franca molinaro
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da franca molinaro »

So comunque che, oltre la qualità pessima delle immagini, senza fiore è un'impresa. Però...magari c'è qualcuno che conosce la tradizione può orientarmi. Grazie comunque
Michele Aleo
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da Michele Aleo »

Come spaccapietra in Sicilia si intende la "Asplenium ceterach L. subsp. ceterach" (=Ceterach officinarum Willd. subsp. officinarum);
Vedi foto allegata
Ciao Michele
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AleAle
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da AleAle »

In effetti il termine "spaccapietra" (o anche sassifragia o saxifraga) era usata proprio per indicare piante che potevano essere utilizzate per combattere le "pietre" cioè i calcoli.
Nel Mattioli la trattazione si riferisce a tre Sassifragie; una è un'Apiacea):

"Ma io oltre a questo, conosco tre altre Sassifragie, le quali sono per rompere, & [817: 40] cacciar fuori le pietre non poco valorose.
La prima adunque è quella istessa, che pensavamo per avanti essere la vera di Dioscoride.
Nasce sopra grandi, & durissimi sassi, o in luoghi aridissimi, con foglie come capelli, più lunghe, più sottili, & più rare di quelle del Finocchio.
Il gambo ha parimente di Finocchio, ma sottile, & poco alto, nella cima del quale sono ombrelle, & il seme come di Petrosello, ma più longhetto, & odorato. La radice fa ella bianca, di sapore come di Pastinaca, & così questa come tutta la pianta, ha del dolce, & dell’acuto insieme."

L'identificazione non è per nulla facile (l'impressione è che con la stessa descrizione ci si possa riferire a più di una specie, almeno secondo le considerazioni attuali); trascrivo la nota con cui accompagno il testo del Mattioli:

"Questa pianta, raffigurata come SASSIFRAGIA III., non viene identificata nel Catalogus. Sembrerebbe Athamantha turbith o qualche altra Apiacea molto simile. Secondo Mariotti può trattarsi di una specie di Seseli: varium, montanum o viarum?"

Copio infine la chiusa del capitolo, con una lista di piante tutte chiamate "appresso il vulgo" Sassifragia:
[Piante chiamate Sassifragie.] Sono oltre a ciò altre herbe assai , che appresso il vulgo hanno nome di Sassifragia, come il Trichomane, l’Adianto, l’Aspleno, il Cretamo, la Filipendula, la Pimpinella che puzza di Becco, & altre assai, le quali s’hanno acquistato il nome di Sassifragie, per gli effetti, che fanno elle di rompere le pietre delle reni, [818: 20] & di provocar l’orina.

Come si vede, le prime sono tutte felci.

Ciao
Ale
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Dario Macaluso
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da Dario Macaluso »

Michele Aleo ha scritto: 12 apr 2019, 11:11 Come spaccapietra in Sicilia si intende la "Asplenium ceterach L. subsp. ceterach" (=Ceterach officinarum Willd. subsp. officinarum);
Vedi foto allegata
Ciao Michele
Concordo con quanto detto da Michele Aleo. In Sicilia, almeno dalle mie parti (e credo in tutta la Sicilia occidentale), si usa Asplenium ceterach come rimedio naturale contro i calcoli renali.
A occhio la pianta in foto mi ricorda Athamanta sicula... che poi, guarda caso, cercando in giro nel web (v. ad esempio qui) scopro che nell'agrigentino (in particolare a Cammarata e S. Giovanni Gemini) viene chiamata proprio “Spaccapetri” e si usa in decotto per l’eliminazione di calcoli renali e biliari (cosa che io sconoscevo).
:bye: Dario
Tutte le volte che ho osservato con maggiore attenzione ciò che ad un primo sguardo mi era sembrato banale, alla fine ho scoperto che banale era stato solo il mio primo sguardo. DM
franca molinaro
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da franca molinaro »

Grazie Ale
ma tutte io me le vado a cercare queste rogne...
Indipendentemente da Dioscoride, della Sassifraga antica, il Mattioli che cerca di interpretare e insieme a lui tutta una comitiva di botanici del 700, io vorrei conoscere l'identità della pianta di Salvatore e son convinta che voi esperti vedendo il soggetto, la pianta dalle sue mani, potreste identificarla...il problema è che non so come farvela avere viva e le foto non riesco più a inserirle in modo decente :wall:
Dario anche io avevo pensato ad Atamantha poi osservando le foglie mi son sembrate più morbide e meno tomentose, però è un grande indizio, grazie.
Perdonate l'insistenza
un abbraccio a voi tutti
AleAle
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da AleAle »

Nella mia risposta c'erano scritte implicitamente due o tre cose che a questo punto devo un po' spiegare:
1. che il termine spaccapietra (che corrisponde a sassifragia o saxifraga) è un nome antichissimo che si riferisce non a una pianta specifica, ma ad un utilizzo terapeutico e quindi non è detto che l'unica sia Asplenium ceterach. I nomi locali poi sono molto variabili e a volte molto conservativi; hanno cioè origini antichissime e nel caso specifico, qualsiasi pianta usata per spaccare i calcoli può benissimo essere denominata "spaccapietra"
1 bis. l'uso contro il mal della pietra deriva dal fatto che queste specie con le loro radici riescono a infilarsi in fessure sottilissime delle rocce e quindi "spaccano le pietre"; non è detto ovviamente che davvero abbiano queste proprietà, ma "si crede" che le abbiano per analogia.
2. nella mia risposta c'è un elenco di specie tra cui un'Athamantha e dei Seseli; la prima in Sicilia non c'è. Le altre ci sono? Mi pare di no; ma occorrerebbe mettere insieme i diversi elementi: presenza in Sicilia, famiglia Apiaceae (ma con foglie simili a quelle delle foto e fiori bianchi), tipo di habitat da "spaccapietra".

Insomma, con questi "setacci" si potrebbero individuare alcune specie, non moltissime, che potrebbero essere indagate e approfondite.
Io, se avessi quel problema, lo affronterei così.

Ciao
Ale

Casomai invece di mandare delle piante sarebbero sufficienti delle foto un po' ben fatte: una foglia basale ben distesa in modo da apprezzare le divisioni e soprattutto una bella foto dei "semi". Oppure una foglia seccata in un giornale e i semi; il tutto in una busta un po' rinforzata con del cartone. Non è necessario sradicare la pianta; tantopiù che poi così nemmeno si capisce cos'è.
Chiedo: e provare a piantarla, visto che la radice pare in buone condizioni?
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da Dario Macaluso »

Raccogliendo gli indizi di Alessandro... oltre ad Athamanta sicula si potrebbe pensare a Seseli bocconei... entrambe crescono in habitat rupestre.
:bye: Dario
Tutte le volte che ho osservato con maggiore attenzione ciò che ad un primo sguardo mi era sembrato banale, alla fine ho scoperto che banale era stato solo il mio primo sguardo. DM
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da AleAle »

Dario Macaluso ha scritto: 12 apr 2019, 15:17 Concordo con quanto detto da Michele Aleo. In Sicilia, almeno dalle mie parti (e credo in tutta la Sicilia occidentale), si usa Asplenium ceterach come rimedio naturale contro i calcoli renali.
A occhio la pianta in foto mi ricorda Athamanta sicula... che poi, guarda caso, cercando in giro nel web (v. ad esempio qui) scopro che nell'agrigentino (in particolare a Cammarata e S. Giovanni Gemini) viene chiamata proprio “Spaccapetri” e si usa in decotto per l’eliminazione di calcoli renali e biliari (cosa che io sconoscevo).
:bye: Dario
Non avevo letto con la dovuta attenzione questo intervento.
Mi pare che la candidatura di Athamanta sicula sia molto credibile.
Ciao
Ale
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da franca molinaro »

In verità ho chiesto al mio corrispondente di mandare i semi invece che la pianta, con un po' di fortuna si potrebbe riprodurre. A questo punto nell'antologia mi inventerò qualcosa da scrivere. Anche se mi viene il desiderio di chiedere ad Ale 10 righi da posporre al testo di Salvatore. Ale...magari in treno...mentre vai a lavoro...su messanger. Sarebbe un dono bellissimo x la nostra antologia... poi nel tempo scopriremo la sua identità, cosa che credo, interesserà anche voi studiosi del settore.
Grazie sempre a voi
Franca
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da franca molinaro »

Dario, Già presi in considerazione i Seseli, in verità ho sfogliato la galleria delle Apiacee siciliane in AP, solo dopo vari confronti mi son decisa a disturbare. Tutto quanto Ale spiega magnificamente ho trovato anche su Google book nei testi antichi. Negli atti di un congresso del 1747, si parla proprio delle capacità di una Atamantha, in quel caso la cretica, di penetrare colle loro radici le muraglie. Cmq vedrò di farmi inviare foto migliori. Il testo ricevuto non posso pubblicarlo x ora, è contro regolamento, lo inserirò dopo la pubblicazione dell'antologia
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Re: Spaccapietra siciliana

Messaggio da franca molinaro »

Cari amici di AP
non sono riuscita ad avere foto migliori soprattutto dei semi, dal mio corrispondente siciliano, né tanto meno ho osato chiedergli di nuovo i semi o un erbario. Vediamo in seguito come si mettono le cose, magari riuscissi ad andare personalmente in Sicilia....però, come promesso vi allego la pagina dell'antologia "Echi di tradizioni 2019, scritta da Salvatore Bonasera con mio commento:

Dalla Sicilia ci arriva notizia di un’erba detta Spaccapietra, un’Apiacea capace di risolvere diversi problemi, dai calcoli renali e biliari, ai problemi digestivi ecc., lo scrive Salvatore Bonasera riferendo la personale esperienza. Non abbiamo potuto identificare ancora la pianta con certezza non avendo potuto osservarla nelle varie fasi vegetative. La letteratura in proposito è scarsa e ogni testo, al nome di spaccapietra associa la comune Asplenium ceterach. Abbiamo chiesto aiuto al botanico prof. A. Alessandrini che ci ha indicato diverse piante dette volgarmente spaccapietra per la loro capacità di penetrare le fessure delle rocce e spaccarle. Per quella sorta di corrispondenza con le pietre renali e biliari, si è accreditato all’erba la proprietà di guarire dalle litiasi. Alessandrini ci ha suggerito le parole del Mattioli, medico senese, che qui riportiamo: “…conosco tre altre Sassifragie, le quali sono per rompere, cacciar fuori le pietre non poco valorose. La prima adunque è quella istessa, che pensavamo per avanti essere la vera di Dioscoride. Nasce sopra grandi, & durissimi sassi, o in luoghi aridissimi, con foglie come capelli, più lunghe, più sottili, & più rare di quelle del Finocchio. Il gambo ha parimente di Finocchio, ma sottile, & poco alto, nella cima del quale sono ombrelle, & il seme come di Petrosello, ma più longhetto, & odorato. La radice fa ella bianca, di sapore come di Pastinaca, & così questa come tutta la pianta, ha del dolce, & dell’acuto insieme.” Confidiamo in studi più approfonditi per una più accurata trattazione in altro loco.
Salvatore Bonasera (Santa Caterina Villarmosa – CL)
L’erba spaccapietra
L’erba spaccapietra è un’erba mediterranea ,selvatica e spontanea tipica di alcune zone della Sicilia,e non solo, tra cui alcune zone del mio territorio, il nisseno.
La Spaccapietra nasce come una piccola felce nei primi di Dicembre e culmina con la fioritura in tarda Primavera. I mesi di Gennaio e Febbraio sono i mesi ideali per la raccolta . Nasce in quelle pietre calcaree, in zone umide in cui trova le condizioni favorevoli per vivere; dentro le fessure o ferite delle rupi di cui è ricco il mio territorio,che frantuma lentamente e in cui ritrova il suo ambiente ideale.
La Spaccapietra viene principalmente utilizzata per l’appurata capacità di disgregare e quindi favorire l’espulsione di calcoli renali e biliari. E’ inoltre un potente diuretico, fornendo cosi’un valido aiuto a chi soffre di infiammazione alla vescica. Proprio per la sua potente capacità di aumentare la minzione, riduce anche la pressione sanguigna. Le proprietà antiinfiammatorie si riscontrano anche a livello del’apparato gastro-intestinale, favorendo anche un miglioramento della digestione.
La spaccapietre si può consumare verde o essiccata sotto forma di thé o infuso, e a piacimento può essere aggiunto zucchero o miele anche se secondo me alterano il vero sapore . Per quanto mi concerne , il mio primo utilizzo è avvenuto per caso dopo che, parlando casualmente con un amico dei mie problemi gastrici, egli mi ha suggerito di raccogliere questa pianta, da me sempre visivamente conosciuta ma mai utilizzata,e impiegarla per intero per la preparazione di una tisana.
Da allora,ogni anno, utilizzo l’intera pianta ancora verde, comprese le radici, per la preparazione di una tisana che bevo ogni giorno ,un bicchiere la mattina e uno la sera, possibilmente a stomaco vuoto per un’intera settimana. Infatti uno dei tanti benefici riscontrati in prima persona è stato quello di alleviare un infiammazione gastrica manifestata con forti bruciori allo stomaco, conati e fastidiosissimi e dolorosissimi spasmi spesso correlati. Molti invece utilizzano l’erba spaccapietre per i benefici riscontrati nell’azione depurativa a livello del fegato.
La radice ,con il suo sapore leggero e dolciastro, può essere consumata anche senza essere lessata come se fosse una carota.
Bonasera Salvatore, classe ’54, di Santa Caterina Villarmosa, provincia di Caltanissetta, è oggi in pensione, ha lavorato presso Poste Italiane . Il suo motto di vita è stato sempre “lascio la penna e prendo la zappa”, infatti i suoi hobby principali sono la campagna e la caccia; in un appezzamento di terra di sua proprietà alleva galline, cani , gatti e furetti impiegati per le battute di caccia.
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