Capo Gallo ed il Semaforo dell'Eremita

[Fraginesi]

Un paio di settimane fa, approfittando dell’eccezionale bel tempo che ha caratterizzato tutto il mese di dicembre, con alcuni amici abbiamo organizzato un’escursione nella Riserva di Capo Gallo che si trova a pochi chilometri a nord di Palermo.

Per arrivare alla riserva ci sono tre possibilità, l’ingresso dalla parte di Sferracavallo, un piccolo paesino di mare limitrofo a Palermo che è anche l’ingresso “ufficiale” della Riserva ed a mio parere il più bello ed interessante per visitarla. Poi l’ingresso lato Mondello ed un altro percorrendo la Via Semaforo del paesino di Partanna-Mondello.

Il nostro obiettivo principale era di giungere sulla cima di Monte Gallo dove si trova un vecchia postazione militare marittima del XIX secolo costruita in epoca Borbonica. Non c’ero mai stato ed ero curioso di vederlo e di ammirare i panorami di cui mi avevano parlato.
Ma la curiosità non si fermava qui. Sapevo che al Semaforo, così è chiamato l’edificio, viveva un eremita mezzo pazzo.
Gli eremiti per definizione sono mezzi pazzi …
ed io ero curioso di incontrarlo anche se, gente informata raccontava che spesso rifuggiva l’incontro con le persone che si recavano a trovarlo. Io avevo sentito parlare dell’Eremita parecchi anni fa e la cosa era rimasta in qualche parte della mia memoria tra oblio e leggenda.
Non avevo mai approfondito la notizia né tantomeno andato su, sul monte, per vedere con i miei occhi.

Stavolta invece sono salito … e la sorpresa è stata grande. Non immaginavo neanche lontanamente di trovare ciò che ho visto: io e quelli che come me salivano al Semaforo per la prima volta sono rimasti “alluccuti” (meravigliati) e spero che con le foto mie, di Rossella e di Flavia di farvi vivere almeno in piccola parte lo stesso senso di stupore che abbiamo vissuto noi.

Non ho trascurato naturalmente l’aspetto botanico, e durante la salita ho anche fotografato qualche pianta, alcune delle quali interessanti in quanto endemiche, altre meno. Poche piante dato il periodo, ovviamente.
Su questo lato del Monte è possibile ammirare in primavera la fioritura dei pochissimi esemplari di Anthemis ismelia, grande e splendida camomilla rupestre che cresce solo sui pendii di Monte Gallo.

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Arrivati a Partanna, prendiamo via Tolomea fino alla biforcazione per via Semaforo che è in realtà una trazzera di campagna. Arrivati al cancello che segna l’inizio della Riserva, lasciamo la macchina. Siamo a quota 200 metri circa e saliremo fino a 527 metri del Semaforo. Una passeggiata facile.

Iniziamo a salire e alla nostra sinistra lasciamo l’orribile abuso edilizio di Pizzo Sella composto, dopo le decennali vicende giudiziare, da villette molte delle quali abbandonate. In alcuni casi sono rimasti alcuni scheletri.

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Subito iniziamo a vedere i primi segni dell’Eremita: il sentiero è costellato di simboli, in particolare la Stella di David e da pecorelle in terracotta dipinte in vari colori.
Leggiamo anche che ha dato un nome al sentiero: lo chiama Via Santa.
Bè, sembra che l’eremita sia ancora là ...

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Ci addentriamo in un boschetto di pini, cattiva eredità di scelte botaniche sbagliate. Nella prima foto Chamaerops humilis, la palma nana e nella seconda il bosco di pini che ci lasciamo alle nostre spalle.

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Saliamo più in alto, nella prima foto Pizzo Sella e nella seconda un magazzino o ricovero perfettamente inserito, o meglio, mimetizzato nel paesaggio.
Daì! trovarlo è facile ...

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Lungo il sentiero l’endemica Iberis semperflorens (in ombra purtroppo) e la più comune ma molto bella Iris planifolia.

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In pieno sole altre tre piante: nella prima foto Brassica rupestris insieme con Euphorbia bivonae, nella seconda la Calendula suffruticosa subsp. fulgida.

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Altri segni ... e Micromeria graeca subsp. fruticulosa su una roccia

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Saliamo ancora e scorgiamo il Semaforo (prima foto); siamo sui 450 metri il panorama è splendido. Nella seconda foto il Golfo di Palermo con Capo Zafferano

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Siamo sulla cresta del Monte Gallo, quasi a picco sul mare: da un lato le rocce dall’altro il panorama in direzione sud-est con Monte Pellegrino.

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Nonostante la presenza di qualche rada nube in quota, il cielo è terso: scorgiamo addirittura l’Etna con il pennacchio …

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Siamo quasi arrivati al Semaforo. Un rapace passa veloce sulle nostre teste.

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Il Semaforo

Il Semaforo era una postazione di vedetta della Reale Marina Militare Borbonica al tempo del Regno delle Due Sicilie. Posto in un punto strategico su Monte Gallo permette la vista di tutta la costa a ovest fino a San Vito Lo Capo e dal lato opposto di tutto il Golfo di Palermo fin quasi a Cefalù. Alcuni pensano che il semaforo sia un faro, ma non è così. Mentre il faro dà un punto di riferimento per la navigazione, e praticamente nient’altro, il Semaforo è dotato anche di apparecchiature atte alla trasmissione di ordini e di indicazioni ai vascelli di passaggio. Per esempio indicava se il vascello poteva entrare in porto o essere dirottato altrove. E’ posto sempre in alto (quello di Monte Gallo è uno dei più alti tra i semafori marittimi italiani) e per fare un paragone, azzardato, regolava il traffico verso il porto di Palermo così come una torre di controllo odierna governa il traffico aereo in un aeroporto.

La struttura esterna anche se malandata non pare compromessa, anzi mantiene una sua solidità. Ci sono delle decorazioni, alcune sembrano completate come quelle attorno alla porta d’ingresso principale (chiusa), altre solo abbozzate o disegnate.

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La parte principale dell’edificio è a pianta quadrata con delle stanze/camere secondarie situate come prolungamento nella parte retrostante l’ingresso principale. Al centro del quadrato è posto l’elemento più interessante dell’edificio, ovvero la torre di avvistamento ottagonale, da cui sporge frontalmente una camera circolare al cui interno si trova la scala di accesso all’ambiente superiore della torre.

Di fronte l’ingresso vediamo seccare al sole alcune pecorelle di terracotta, come quelle che abbiamo visto ai bordi del sentiero. Un piccolo pannello solare porta i suoi fili dentro l’edificio. Bussiamo.
Sembra non ci sia nessuno.

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Alcuni decori esterni, nella seconda foto i disegni preparatori: angeli con la spada.

Le finestre sono coperte alla buona con delle lamiere. L’aspetto generale, tranne i decori che circondano la porta, è molto dimesso, quasi fatiscente.

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Giriamo verso il retro del Semaforo, incontriamo … l’Apocalisse ed un altro ingresso, decorato in modo simile a quello principale (seconda foto).

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L’Eremita
Sentiamo del rumore venire da una camera a lato: è l’eremita. Sta lavorando in quella che è la sua bottega. E che bottega! E’ decorata con mosaici che ha realizzato lui stesso, una grande stella alle spalle del ripiano di lavoro più altri decori, fatti con materiale povero, pietre, fondi di bottiglia e altro.

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Salutiamo l’eremita che sta lavorando con della terracotta e ci complimentiamo per la bellezza dei mosaici sui muri. Si chiama Israel (o meglio si fa chiamare così). Era un muratore che in seguito a una crisi mistica ha scelto di vivere isolato su Monte Gallo trasformando il Semaforo in una specie di Santuario.
E’ stato molto ben disposto con noi, precisando che non ama parlare con le persone, ma quest’anno è un anno particolare, l’anno del Giubileo, l’anno delle porte aperte e dell’accoglienza. Ed è anche il diciottesimo anno dal giorno in cui ha deciso di vivere lì.
Gli domando: <<quindi 18 anni fa ha abbandonato casa, famiglia, amici e lavoro per venire “in pizzo” a questo monte? >> Lui con prontezza e cortesia e con un italiano quasi senza inflessioni dialettali mi risponde: <<non ho abbandonato la famiglia. L’ho lasciata: è cosa diversa>>.
Ed io che credevo che gli eremiti fossero tutti mezzi pazzi …

Israel dovrebbe avere poco più di 65 anni, non molto alto, forte, e sembra godere di ottima salute. Ci dice che possiamo visitare il suo santuario e la sua abitazione. Possiamo fotografare.
Entriamo, e rimaniamo … alluccuti.

Le pareti intere sono completamente ricoperte da mosaici composti da disegni che traggono origine da simboli della religione cristiana, islamica e ebraica con qualche incursione, non so se consapevole, tra i mandala buddisti. In alcune espressioni è un naif, con gli angeli, le raffigurazioni di santi e papi, i cuori e le pecorelle, ma che si integrano tra di loro con grazia e armonia.
E poi parlerei anche di bellezza.

A seguire gli ambienti interni della torre.

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sempre gli ambienti interni della torre

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ancora gli ambienti interni della torre

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ancora la torre interna

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Iniziamo a gironzolare tra i vari ambienti del pianterreno: a seguire una delle più belle camere.
(con Patrizia scioccata per la bellezza dei mosaici ... )

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altri particolari

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Ci perdiamo tra le tante stanze del Semaforo ...

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Durante il girovagare entriamo anche nella parte privata che lui non ci ha negato. Del resto non c’è una separazione tra parte pubblica e privata. Stesso stile.

La cucina