C’è amianto nel mio eternit ?
Inviato: 17 lug 2018, 11:17
.
L’Eternit è un agglomerato di rocce minerali fibrose inglobate in particolari cementi a base calcarea.
Per conferire ai manufatti a base di Eternit l’inalterabilità agli agenti atmosferici e per garantire la loro durata nel tempo, il materiale fibroso era costituito principalmente da Amianto, praticamente indistruttibile: il nome deriva infatti dal greco miaino, corruttibile, con davanti la a negativa.
Tutti sappiamo il seguito della storia: a seguito di numerose ricerche, l’Amianto è stato dichiarato pericoloso per la salute e bandito dalla costruzione dell’Eternit. Al suo posto sono state successivamente utilizzate altre fibre minerali non pericolose.
Ma come facciamo a sapere se la copertura della nostra tettoia è fatta da Eternit “buono” o da quello vecchio che ancora contiene l’Amianto ?
Prendiamo un pezzetto delle lastre di copertura, per prima cosa gli aggiungiamo un po’ d’acqua per evitare la formazione di polvere e poi lo sbricioliamo pestandolo in un mortaio.
Aggiungiamo ora dell’acido cloridrico, commercialmente chiamato anche acido muriatico, e lo lasciamo agire per un paio d’ore in modo da liberare il più possibile le fibre dal legante a base di carbonato.
Alla fine neutralizziamo con ammoniaca (se l’abbiamo) e laviamo poi abbondantemente per eliminare le tracce dei reagenti e dei sali minerali che si sono formati.
Concentriamo il liquido decantando ed eliminando l’acqua in eccesso.
Mettiamone un paio di gocce su di un vetrino e ricopriamo con il copri oggetto.
L’osservazione va fatta con un vero microscopio polarizzatore o, almeno, con un microscopio biologico normale, ma dotato di luce polarizzata ed a cui abbiamo tolto il traslatore dei vetrini, lasciando il piano completamente libero per poter ruotare il vetrino senza incontrare ostacoli.
Anzi, il metodo di ricerca ufficiale, MOCF + LP (microscopia ottica a contrasto di fase più luce polarizzata), si basa proprio sull’utilizzo di un normale microscopio a Contrasto di Fase a cui viene aggiunta la polarizzazione ed un tavolo in grado di ruotare a 360 gradi.
Osservando il vetrino in luce polarizzata con Nicol incrociati, si notano subito una grande quantità di fibre, singole o riunite in fasci, più o meno luminose.
Meglio ancora se aggiungiamo sul percorso ottico una lamina compensatrice ad onda intera o Rosso di I° Ordine. A questo punto il fondo dell’immagine è di un bel color magenta e le fibre di Amianto saranno ben visibili e colorate di celeste/verdino o di rosso/giallo a seconda della loro direzione (pleocroismo).
Evitiamo però di confondere l’Amianto con altri tipi di fibre che possono coesistere nell’Eternit: fibre di vetro e di lana di roccia sopratutto. Si distinguono bene in quanto sono molto sottili, incolori, di diametro uniforme e non raccolte in fasci omogenei.
Molto comune è la cellulosa nelle sue mille forme, ma ben distinguibile proprio per la forma irregolare e raramente riunita in fasci di fibre, come invece è comune nell’Amianto.
Anche il cotone ed altre fibre naturali sono ben distinguibili, apparendo come lunghe fibre grossolane, singole, mai ramificate, e con colori diversi, ma disordinati.
(Continua)
L’Eternit è un agglomerato di rocce minerali fibrose inglobate in particolari cementi a base calcarea.
Per conferire ai manufatti a base di Eternit l’inalterabilità agli agenti atmosferici e per garantire la loro durata nel tempo, il materiale fibroso era costituito principalmente da Amianto, praticamente indistruttibile: il nome deriva infatti dal greco miaino, corruttibile, con davanti la a negativa.
Tutti sappiamo il seguito della storia: a seguito di numerose ricerche, l’Amianto è stato dichiarato pericoloso per la salute e bandito dalla costruzione dell’Eternit. Al suo posto sono state successivamente utilizzate altre fibre minerali non pericolose.
Ma come facciamo a sapere se la copertura della nostra tettoia è fatta da Eternit “buono” o da quello vecchio che ancora contiene l’Amianto ?
Prendiamo un pezzetto delle lastre di copertura, per prima cosa gli aggiungiamo un po’ d’acqua per evitare la formazione di polvere e poi lo sbricioliamo pestandolo in un mortaio.
Aggiungiamo ora dell’acido cloridrico, commercialmente chiamato anche acido muriatico, e lo lasciamo agire per un paio d’ore in modo da liberare il più possibile le fibre dal legante a base di carbonato.
Alla fine neutralizziamo con ammoniaca (se l’abbiamo) e laviamo poi abbondantemente per eliminare le tracce dei reagenti e dei sali minerali che si sono formati.
Concentriamo il liquido decantando ed eliminando l’acqua in eccesso.
Mettiamone un paio di gocce su di un vetrino e ricopriamo con il copri oggetto.
L’osservazione va fatta con un vero microscopio polarizzatore o, almeno, con un microscopio biologico normale, ma dotato di luce polarizzata ed a cui abbiamo tolto il traslatore dei vetrini, lasciando il piano completamente libero per poter ruotare il vetrino senza incontrare ostacoli.
Anzi, il metodo di ricerca ufficiale, MOCF + LP (microscopia ottica a contrasto di fase più luce polarizzata), si basa proprio sull’utilizzo di un normale microscopio a Contrasto di Fase a cui viene aggiunta la polarizzazione ed un tavolo in grado di ruotare a 360 gradi.
Osservando il vetrino in luce polarizzata con Nicol incrociati, si notano subito una grande quantità di fibre, singole o riunite in fasci, più o meno luminose.
Meglio ancora se aggiungiamo sul percorso ottico una lamina compensatrice ad onda intera o Rosso di I° Ordine. A questo punto il fondo dell’immagine è di un bel color magenta e le fibre di Amianto saranno ben visibili e colorate di celeste/verdino o di rosso/giallo a seconda della loro direzione (pleocroismo).
Evitiamo però di confondere l’Amianto con altri tipi di fibre che possono coesistere nell’Eternit: fibre di vetro e di lana di roccia sopratutto. Si distinguono bene in quanto sono molto sottili, incolori, di diametro uniforme e non raccolte in fasci omogenei.
Molto comune è la cellulosa nelle sue mille forme, ma ben distinguibile proprio per la forma irregolare e raramente riunita in fasci di fibre, come invece è comune nell’Amianto.
Anche il cotone ed altre fibre naturali sono ben distinguibili, apparendo come lunghe fibre grossolane, singole, mai ramificate, e con colori diversi, ma disordinati.
(Continua)