Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
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Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Questo itinerario si svolge in gran parte nel versante reatino dei Monti della Laga, ovvero in quell’estremo lembo orientale del Lazio che si incunea tra Marche ed Abruzzo.
Il gruppo della Laga insiste, infatti, sul territorio di 3 regioni: Abruzzo, Lazio e Marche. La sua cima più elevata, il Monte Gorzano, rappresenta, con i suoi 2458 m, il punto più alto del Lazio.
A differenza dei vicini gruppi del Gran Sasso e dei Sibillini, la Laga è una catena poco frequentata dagli escursionisti, anche a causa della difficile accessibilità e della mancanza di vere e proprie palestre alpinistiche.
Ciò ne ha fatto un luogo solitario e, perlopiù, ancora ben preservato dal punto di vista ecologico, malgrado alcune opere idrauliche abbiano gravemente eroso alcuni fianchi di questo gruppo.
La Laga, inoltre, è l’unica catena appenninica costituita in prevalenza da arenarie, il cui alto tasso di impermeabilità fa sì che questo gruppo montuoso sia solcato da un numero elevatissimo di corsi d’acqua, che formano spettacolari e suggestive cascate, soprattutto nel versante teramano.
L’alto livello di acidità del terreno favorisce, inoltre, la presenza di piante acidofile, facendone un territorio di grandissimo interesse botanico.
Un importante studio della flora del versante laziale della Laga è stato svolto da Giancarlo Tondi e Paolo Plini nel loro Prodromo della Flora dei Monti della Laga (Appennino centrale – versante laziale), ACLI ANNI VERDI, 1995, presente on line in AP.
L’itinerario che descrivo è stato da me effettuato il 22 giu 2013 ed è segnato in verde nella mappa che segue.
Il gruppo della Laga insiste, infatti, sul territorio di 3 regioni: Abruzzo, Lazio e Marche. La sua cima più elevata, il Monte Gorzano, rappresenta, con i suoi 2458 m, il punto più alto del Lazio.
A differenza dei vicini gruppi del Gran Sasso e dei Sibillini, la Laga è una catena poco frequentata dagli escursionisti, anche a causa della difficile accessibilità e della mancanza di vere e proprie palestre alpinistiche.
Ciò ne ha fatto un luogo solitario e, perlopiù, ancora ben preservato dal punto di vista ecologico, malgrado alcune opere idrauliche abbiano gravemente eroso alcuni fianchi di questo gruppo.
La Laga, inoltre, è l’unica catena appenninica costituita in prevalenza da arenarie, il cui alto tasso di impermeabilità fa sì che questo gruppo montuoso sia solcato da un numero elevatissimo di corsi d’acqua, che formano spettacolari e suggestive cascate, soprattutto nel versante teramano.
L’alto livello di acidità del terreno favorisce, inoltre, la presenza di piante acidofile, facendone un territorio di grandissimo interesse botanico.
Un importante studio della flora del versante laziale della Laga è stato svolto da Giancarlo Tondi e Paolo Plini nel loro Prodromo della Flora dei Monti della Laga (Appennino centrale – versante laziale), ACLI ANNI VERDI, 1995, presente on line in AP.
L’itinerario che descrivo è stato da me effettuato il 22 giu 2013 ed è segnato in verde nella mappa che segue.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Il dislivello nominale è di 993 m, ma in realtà è di poco inferiore ai 1100 m, a causa di alcuni saliscendi nell’alta valle del Chiarino.
Si parte da Collalto, una piccola frazione di Amatrice (RI), situata a 1080 m e si arriva, dopo aver attraversato l’alta valle del torrente Chiarino (da non confondere con l’omonimo corso d’acqua del vicino gruppo del Gran Sasso), sulla cima della Macera della Morte, a 2073 m. Su questa vetta passava il confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio, ora quello tra Lazio, Abruzzo e Marche.
Da Collalto si percorre a piedi una lunghissima sterrata, all’epoca della mia escursione chiusa al traffico privato, che sale attraverso zone boschive fino al Malpasso, situato al di sotto del Monte l’Inversaturo (1721 m).
Su questo tratto si possono ammirare splendide fioriture di Cephalanthera damasonium (Mill.) Druce.
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Si parte da Collalto, una piccola frazione di Amatrice (RI), situata a 1080 m e si arriva, dopo aver attraversato l’alta valle del torrente Chiarino (da non confondere con l’omonimo corso d’acqua del vicino gruppo del Gran Sasso), sulla cima della Macera della Morte, a 2073 m. Su questa vetta passava il confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio, ora quello tra Lazio, Abruzzo e Marche.
Da Collalto si percorre a piedi una lunghissima sterrata, all’epoca della mia escursione chiusa al traffico privato, che sale attraverso zone boschive fino al Malpasso, situato al di sotto del Monte l’Inversaturo (1721 m).
Su questo tratto si possono ammirare splendide fioriture di Cephalanthera damasonium (Mill.) Druce.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Dal Malpasso la vista si apre sulla lunga dorsale che porta alla vetta del Pizzo di Sevo (2419 m), una delle principali vette della Laga.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Si continua per la sterrata fino a giungere ad una piccola radura alla base del Monte le Vene, dove sorge un rifugio per pastori (Rifugio l’Inversaturo, m 1765).
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Da qui inizia una ripida salita, per un terreno molto accidentato ed eroso, lungo il crinale del Monte le Vene (2020 m).
Giunti a quota 1928 m, la segnaletica indica un sentiero sulla sinistra in direzione della sottostante frazione di Colle e della Macera della Morte, nostra meta.
Alle nostre spalle si può ammirare in lontananza l’inconfondibile sagoma del Monte Vettore nei Sibillini.
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Giunti a quota 1928 m, la segnaletica indica un sentiero sulla sinistra in direzione della sottostante frazione di Colle e della Macera della Morte, nostra meta.
Alle nostre spalle si può ammirare in lontananza l’inconfondibile sagoma del Monte Vettore nei Sibillini.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Superata a sinistra la deviazione per Colle si continua a salire su lastroni di roccia fino ad affacciarsi sull’ampia testata della valle del Chiarino.
Le faggete che si spingono fino in alto sono color ruggine a causa delle insolite temperature rigide della primavera 2013, che hanno “bruciato” gran parte del fogliame. Al centro della foto si può notare la piramidina della Macera della Morte, nome lugubre per un luogo, come vedremo, ricco di vita. Il toponimo deriva probabilmente dalle battaglie che nel passato si sono svolte in quella zona di confine.
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Le faggete che si spingono fino in alto sono color ruggine a causa delle insolite temperature rigide della primavera 2013, che hanno “bruciato” gran parte del fogliame. Al centro della foto si può notare la piramidina della Macera della Morte, nome lugubre per un luogo, come vedremo, ricco di vita. Il toponimo deriva probabilmente dalle battaglie che nel passato si sono svolte in quella zona di confine.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
L’Alta Valle del Chiarino è delimitata in alto dalla cresta che collega il Pizzo di Sevo alla Macera della Morte ed è percorsa, nel periodo di scioglimento delle nevi, da innumerevoli fossi e ruscelli che confluiscono nel torrente Chiarino, a sua volte affluente del Tronto nei pressi di Grisciano, lungo la Salaria.
E’ una zona di grande interesse botanico, zona di transizione tra piano alpino e sub-alpino.
La marcia di avvicinamento alla Macera della Morte prevede l’attraversamento di questa valle e riserva grandi sorprese.
Ai margini della faggeta troviamo, in fiore, belle stazioni di Pedicularis verticillata L..
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E’ una zona di grande interesse botanico, zona di transizione tra piano alpino e sub-alpino.
La marcia di avvicinamento alla Macera della Morte prevede l’attraversamento di questa valle e riserva grandi sorprese.
Ai margini della faggeta troviamo, in fiore, belle stazioni di Pedicularis verticillata L..
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Spingendoci più in basso, nelle praterie sovrastanti le zone boschive, troviamo una delle rarissime stazioni appenniniche e laziali di Trollius europaeus L.. La fioritura è stupenda.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Trollius europaeus L.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Poco più in alto, nella zona di scioglimento della neve, sono in piena fioritura le soldanelle alpine (Soldanella alpina L.).
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Il percorso prosegue tra continui attraversamenti di fossi e ruscelli. Nelle zone più ricche di humus ecco spuntare tra l’erba un’altra splendida fioritura, quella dell’anemone a fiore di narciso (Anemonastrum narcissiflorum (L.) Holub).
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Sempre nella zona di scioglimento della neve, sulle rocce vicino ad un ruscello, troviamo i contorti rametti di un salice.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Comincia ora la salita finale alla Macera della Morte. Su alcune rocce ben assolate una bella pianta di Clinopedium alpinum (L.) Kuntze esibisce la sua delicata fioritura.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Ci lasciamo ora alle spalle alcuni fossi colmi di neve ed affrontiamo gli ultimi, faticosissimi 200 m di dislivello.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
A quota 2022 m raggiungiamo finalmente lo spartiacque tra versante laziale ed abruzzese. A testimonianza dell’antico confine tra Regno di Napoli e Stato della Chiesa si erge un cippo di pietra, noto come il Termine.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Un altro piccolo sforzo e siamo in vetta alla Macera della Morte, quota 2073 m, punto di osservazione privilegiato sui tre versanti della Laga, quello abruzzese, quello laziale e quello marchigiano.
Nella foto che segue si può vedere tutto il crinale che da nord a sud porta in vetta a Pizzo di Sevo.
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Nella foto che segue si può vedere tutto il crinale che da nord a sud porta in vetta a Pizzo di Sevo.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Dopo aver assaporato la soddisfazione di aver portato a termine una così lunga e faticosa ascensione, ci apprestiamo a ripercorrere a ritroso il nostro percorso.
Ma ecco che, proprio sotto alla vetta, sul versante occidentale, ci aspetta il momento più emozionante della giornata.
Mi ero imbattuto in lei già altre due volte sull’Appennino, la prima sul Monte Sirente e poi, anni dopo, sulla Serra Rocca Chiarano. Sapevo che si trovava anche sulla Laga, ma non l’avevo ancora trovata lì. Eccola materializzarsi all’improvviso tra l’erba alta: è la mitica nigritella, Gymnadenia widderi (Teppner & E. Klein) Teppner & E. Klein.
E’ in piena fioritura, in leggero anticipo rispetto al suo periodo canonico.
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Ma ecco che, proprio sotto alla vetta, sul versante occidentale, ci aspetta il momento più emozionante della giornata.
Mi ero imbattuto in lei già altre due volte sull’Appennino, la prima sul Monte Sirente e poi, anni dopo, sulla Serra Rocca Chiarano. Sapevo che si trovava anche sulla Laga, ma non l’avevo ancora trovata lì. Eccola materializzarsi all’improvviso tra l’erba alta: è la mitica nigritella, Gymnadenia widderi (Teppner & E. Klein) Teppner & E. Klein.
E’ in piena fioritura, in leggero anticipo rispetto al suo periodo canonico.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Gymnadenia widderi (Teppner & E. Klein) Teppner & E. Klein.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Mentre sono intento a ritrarre la nigritella, i miei compagni di gita mi avvertono che sto rischiando di calpestare un’altra “strana” pianta.
Mi volto ed ecco l’ultima perla di questa magnifica collana botanica. E’ la rarissima Pseudorchis albida (L.) A'. & D. Löve, anch’essa in piena antesi.
Conto, intorno a me, quattro piantine di questa poco appariscente specie. Mi piacerebbe continuare a passare al setaccio tutta la zona circostante alla ricerca di altre meraviglie botaniche, ma il tempo è tiranno e bisogna rientrare. Ho gli occhi pieni di bellezza e questo rende meno duro il non facile ritorno.
Foto di Gianleonardo Allasia
Mi volto ed ecco l’ultima perla di questa magnifica collana botanica. E’ la rarissima Pseudorchis albida (L.) A'. & D. Löve, anch’essa in piena antesi.
Conto, intorno a me, quattro piantine di questa poco appariscente specie. Mi piacerebbe continuare a passare al setaccio tutta la zona circostante alla ricerca di altre meraviglie botaniche, ma il tempo è tiranno e bisogna rientrare. Ho gli occhi pieni di bellezza e questo rende meno duro il non facile ritorno.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Bellissimo itinerario!!
Ho solo un dubbio su Salix retusa L..
Sia il portamento che le foglie dentate mi fanno dubitare sull'identificazione.
Potrebbe essere invece Salix breviserrata Flod. oppure Salix foetida Schleich.??
Daniela
Ho solo un dubbio su Salix retusa L..
Sia il portamento che le foglie dentate mi fanno dubitare sull'identificazione.
Potrebbe essere invece Salix breviserrata Flod. oppure Salix foetida Schleich.??
Daniela
... vediamo un po’ come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
... (Patrizia Cavalli)
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Bellissimo itinerario
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Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Monti stupendi, a me sconosciuti, di ampio respiro. Mi sa che non basta una vita per visitare tutte le meraviglie del nostro Paese (e mi limtio solo all'Italia).
Sergio
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"Carpe diem, quam minimum credula postero." Orazio
"Quel cielo di Lombardia così bello quand'è bello, così splendido, così in pace." A.Manzoni
https://www.actaplantarum.org/florule/f ... e.php?f=14
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Itinerario fascinoso in sé, ma anche per come ce lo presenti, con immagini e descrizioni molto coinvolgenti dal punto di vista emotivo!
Grazie!!!!
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
Grazie a tutti per i bei riscontri.
Mi fa molto piacere apprendere di essere riuscito a farvi rivivere nel testo un po’ del vissuto, del pathos dell’escursione.
L’emozione di imbattersi in una pianta rara o particolarmente bella è, per me, sempre forte.
La Laga, poi, con i suoi grandi spazi solitari, la costante presenza dell’acqua, le sue maestose abetaie, amplifica le sensazioni e le rende incancellabili.
Per me che vivo nell’Italia centrale è un po’ l’ultima frontiera.
Ringrazio Daniela per la segnalazione del più che probabile errore nella determinazione del salice.
Mi ero orientato sul Salix retusa L. in quanto era l’unica delle specie, con quelle caratteristiche, ad essere presente nel Prodromo della Flora della Laga sopra citato.
Trattasi, tuttavia, di un lavoro del 1995.
Navigando su internet ho trovato un articolo più recente (Boscaglie subartiche di Salix spp.) che conferma la presenza nella Laga di comunità puntiformi di S. breviserrata e S. foetida, che sarebbero anche le uniche stazioni appenniniche per queste due specie. Non è precisato, tuttavia, in quale settore della Laga si trovino queste stazioni.
Con la chiave del Pignatti e con quella di G.Pirone (Alberi arbusti e liane d’Abruzzo, Cogecstre Edizioni, 1995) sono ora arrivato più vicino a S. breviserrata a causa del numero delle nervature sulle foglie e del colore delle stesse.
Ma la foto è pessima e non è facile orientarsi. Purtroppo il terreno dove ho trovato questa pianta era inondato dall’acqua di scioglimento delle nevi e non ho potuto trovare appoggio a terra per fissare meglio l’immagine.
Nel dubbio, modifico il testo dell’itinerario in attesa di un vostro contributo per la corretta determinazione e, magari, copio la foto in Che pianta è?.
Grazie ancora e un saluto da Gianleonardo.
Mi fa molto piacere apprendere di essere riuscito a farvi rivivere nel testo un po’ del vissuto, del pathos dell’escursione.
L’emozione di imbattersi in una pianta rara o particolarmente bella è, per me, sempre forte.
La Laga, poi, con i suoi grandi spazi solitari, la costante presenza dell’acqua, le sue maestose abetaie, amplifica le sensazioni e le rende incancellabili.
Per me che vivo nell’Italia centrale è un po’ l’ultima frontiera.
Ringrazio Daniela per la segnalazione del più che probabile errore nella determinazione del salice.
Mi ero orientato sul Salix retusa L. in quanto era l’unica delle specie, con quelle caratteristiche, ad essere presente nel Prodromo della Flora della Laga sopra citato.
Trattasi, tuttavia, di un lavoro del 1995.
Navigando su internet ho trovato un articolo più recente (Boscaglie subartiche di Salix spp.) che conferma la presenza nella Laga di comunità puntiformi di S. breviserrata e S. foetida, che sarebbero anche le uniche stazioni appenniniche per queste due specie. Non è precisato, tuttavia, in quale settore della Laga si trovino queste stazioni.
Con la chiave del Pignatti e con quella di G.Pirone (Alberi arbusti e liane d’Abruzzo, Cogecstre Edizioni, 1995) sono ora arrivato più vicino a S. breviserrata a causa del numero delle nervature sulle foglie e del colore delle stesse.
Ma la foto è pessima e non è facile orientarsi. Purtroppo il terreno dove ho trovato questa pianta era inondato dall’acqua di scioglimento delle nevi e non ho potuto trovare appoggio a terra per fissare meglio l’immagine.
Nel dubbio, modifico il testo dell’itinerario in attesa di un vostro contributo per la corretta determinazione e, magari, copio la foto in Che pianta è?.
Grazie ancora e un saluto da Gianleonardo.
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Re: Monti della Laga: l'Alta Valle del Chiarino
In effetti la foto non è di grande aiuto... ma il ramo da te fotografato mi sembra poco "strisciante" sul terreno.
Il forum "Che pianta è" è il posto giusto.
Daniela
Il forum "Che pianta è" è il posto giusto.
Daniela
... vediamo un po’ come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
... (Patrizia Cavalli)
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
... (Patrizia Cavalli)