Lonicera alpigena L. subsp. alpigena - Caprifoglio delle Alpi
Inviato: 27 lug 2008, 22:25
Lonicera alpigena L. subsp. alpigena
Sp. Pl.: 174 (1753)
Caprifoliaceae
Madreselva alpina, Caprifoglio alpino, Deutsch: Alpen-Heckenkirsche, Rote Doppelbeere
English: Alpine honeysuckle
Español: Madreselva de los Alpes
Français: Chèvrefeuille des Alpes
Forma Biologica: P caesp - Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.
Descrizione: Arbusto caducifoglio, alto 0,50-1,50(2,50) m, piuttosto ramoso, con apparato radicale profondo e robusto; rami giovani peloso-glandulosi bruno-rossastri e rami adulti ascendenti e un po' contorti, rametti dell'anno con due stipole fogliari alla base; corteccia grigio sabbia chiara, desfogliantesi; legno non molto resistente al taglio e con odore di patata, color avorio; gemme opposte, fusiformi e appuntite, con squame brunastre.
Foglie brevemente picciolate, opposte e decussate, lunghe 5-10(14) cm e larghe 3-5 cm, ovato-ellittiche, ad apice acuto, con margine intero, ondulato, finemente cigliato, glabre e lucide superiormente, opache e a volte pelose inferiormente, con marcate nervature.
Fiori appaiati su peduncoli (2-5 cm) glabri all'ascella delle foglie, sovente appoggiati sulla nervatura centrale di queste, con calici piccoli ed ovari quasi completamente concresciuti, corolle lunghe 12-18 mm rosso carminio bilabiate; 5 stami violetti lunghi quanto le corolle.
Frutti a bacca subsferica rosso brillante, diametro circa 1 cm, chiaramente prodotti dalla fusione dei due ovari, come testimoniato dai residui dei due stimmi all'apice, vicini tra loro.
Semi piccoli, piatti, 3-4 per bacca, maturanti a fine estate.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Pianta diffusa, ma non frequente, dall'orizzonte submontano al montano superiore (da 800 a 2100 m), legata alle faggete pure e miste con conifere, ai consorzi di cespugli di montagna ed alle boscaglie umide, su suoli generalmente fertili e, di preferenza, di natura calcarea; semisciafila (o emistegifita).
Sistematica e possibili confusioni: Nell'ambito dello stesso Genere, Lonicera xylosteum L., somigliante nell'aspetto, ha foglie e rametti molto pelosi, vellutati al tatto, fiori più grandi bianco-giallastri e frutti rossi un po' schiacciati di dimensioni inferiori, abbinati, ma non completamente concresciuti.
Lonicera nigra L. ha lo stesso portamento e dimensioni, ma ha corteccia bruna screpolata a losanghe longitudinali, foglie opposte con picciolo brevissimo (2-4 mm) decussate a lamina arrotondata all'apice non pelose, fiori zigomorfi appaiati su peduncoli di 2-4 cm con corolla bianco-rosea, bacche di 7-10 mm quasi nere e pruinose saldate solo alla base.
Lonicera caerulea L. subsp. caerulea è più rara, si trova in area alpina, ha corteccia rossastra desquamante, foglie opposte subsessili ellittico-lanceolate ottuse raramente più lunghe di 3 cm, fiori radi attinomorfi, giallo-verdastri appaiati ad ovario completamente concresciuto, sepali e tubo corollino pelosi, frutti in bacche blu ellissoidali pruinose, fuse a coppie in una sola; acidofila.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Nome del genere legato ad Adam Lonitzer (1528-1586), medico tedesco autore di un famoso testo sulle piante officinali; nome della specie relazionato alla catena alpina, dove l'arbusto è più diffuso.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale tossica
Premesso che le bacche sono velenose, per la presenza di xilosteina (ad azione emetica), della pianta si possono usare la corteccia (azione antireumatica, diuretica, antiedematosa), le foglie (proprietà antinfiammatorie, astringenti, toniche, diuretiche, disintossicanti), i fiori (proprietà espettoranti e toniche nervine), i frutti (azione diuretica e purgativa).
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Arrighetti A. & D. - Il margine del bosco - 1976 Ed. Manfrini
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2002 Palombi Editori
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Silvano Radivo
Sp. Pl.: 174 (1753)
Caprifoliaceae
Madreselva alpina, Caprifoglio alpino, Deutsch: Alpen-Heckenkirsche, Rote Doppelbeere
English: Alpine honeysuckle
Español: Madreselva de los Alpes
Français: Chèvrefeuille des Alpes
Forma Biologica: P caesp - Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.
Descrizione: Arbusto caducifoglio, alto 0,50-1,50(2,50) m, piuttosto ramoso, con apparato radicale profondo e robusto; rami giovani peloso-glandulosi bruno-rossastri e rami adulti ascendenti e un po' contorti, rametti dell'anno con due stipole fogliari alla base; corteccia grigio sabbia chiara, desfogliantesi; legno non molto resistente al taglio e con odore di patata, color avorio; gemme opposte, fusiformi e appuntite, con squame brunastre.
Foglie brevemente picciolate, opposte e decussate, lunghe 5-10(14) cm e larghe 3-5 cm, ovato-ellittiche, ad apice acuto, con margine intero, ondulato, finemente cigliato, glabre e lucide superiormente, opache e a volte pelose inferiormente, con marcate nervature.
Fiori appaiati su peduncoli (2-5 cm) glabri all'ascella delle foglie, sovente appoggiati sulla nervatura centrale di queste, con calici piccoli ed ovari quasi completamente concresciuti, corolle lunghe 12-18 mm rosso carminio bilabiate; 5 stami violetti lunghi quanto le corolle.
Frutti a bacca subsferica rosso brillante, diametro circa 1 cm, chiaramente prodotti dalla fusione dei due ovari, come testimoniato dai residui dei due stimmi all'apice, vicini tra loro.
Semi piccoli, piatti, 3-4 per bacca, maturanti a fine estate.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Pianta diffusa, ma non frequente, dall'orizzonte submontano al montano superiore (da 800 a 2100 m), legata alle faggete pure e miste con conifere, ai consorzi di cespugli di montagna ed alle boscaglie umide, su suoli generalmente fertili e, di preferenza, di natura calcarea; semisciafila (o emistegifita).
Sistematica e possibili confusioni: Nell'ambito dello stesso Genere, Lonicera xylosteum L., somigliante nell'aspetto, ha foglie e rametti molto pelosi, vellutati al tatto, fiori più grandi bianco-giallastri e frutti rossi un po' schiacciati di dimensioni inferiori, abbinati, ma non completamente concresciuti.
Lonicera nigra L. ha lo stesso portamento e dimensioni, ma ha corteccia bruna screpolata a losanghe longitudinali, foglie opposte con picciolo brevissimo (2-4 mm) decussate a lamina arrotondata all'apice non pelose, fiori zigomorfi appaiati su peduncoli di 2-4 cm con corolla bianco-rosea, bacche di 7-10 mm quasi nere e pruinose saldate solo alla base.
Lonicera caerulea L. subsp. caerulea è più rara, si trova in area alpina, ha corteccia rossastra desquamante, foglie opposte subsessili ellittico-lanceolate ottuse raramente più lunghe di 3 cm, fiori radi attinomorfi, giallo-verdastri appaiati ad ovario completamente concresciuto, sepali e tubo corollino pelosi, frutti in bacche blu ellissoidali pruinose, fuse a coppie in una sola; acidofila.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Nome del genere legato ad Adam Lonitzer (1528-1586), medico tedesco autore di un famoso testo sulle piante officinali; nome della specie relazionato alla catena alpina, dove l'arbusto è più diffuso.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale tossica
Premesso che le bacche sono velenose, per la presenza di xilosteina (ad azione emetica), della pianta si possono usare la corteccia (azione antireumatica, diuretica, antiedematosa), le foglie (proprietà antinfiammatorie, astringenti, toniche, diuretiche, disintossicanti), i fiori (proprietà espettoranti e toniche nervine), i frutti (azione diuretica e purgativa).
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Arrighetti A. & D. - Il margine del bosco - 1976 Ed. Manfrini
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2002 Palombi Editori
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Silvano Radivo