Trifolium repens L. - Trifoglio ladino

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Trifolium repens L. - Trifoglio ladino

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Trifolium repens L.
Sp. Pl.: 767 (1753)

Trifolium alpinum Schur, Trifolium biasoletti B. Steud., Trifolium biasolettianum B. Steud., Trifolium minus Guss., Trifolium orphanideum Auct., Trifolium repens L. subsp. prostratum Nyman, Trifolium prostratum Biasol., nom. illeg., Trifolium repens L. V gracillimum N. Terracc., Trifolium repens L. V pusillum Bertol.

Fabaceae

Trifoglio ladino, Trifoglio bianco, Deutsch: Weissklee
English: White clover
Español: Trébol blanco
Français Trèfle blanc, Trèfle rampant


Forma Biologica: Ch rept - Camefite reptanti. Piante con gemme perennanti poste a non più di 20 cm dal suolo e con portamento strisciante.
H rept - Emicriptofite reptanti. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con fusti striscianti.

Descrizione: Pianta perenne, erbacea, glabrescente, con rizomi molto ramificati; fusti striscianti, per lo più stoloniferi, radicanti ai nodi. Non supera mai i 30 cm di altezza e forma vasti tappeti nei prati; è facilmente distinguibile dagli altri trifogli per le foglie spesso chiazzate di bianco.
Le foglie, trifogliate, hanno lunghi piccioli; le foglioline sono subovate, da cuneiformi a largamente ellittiche, finemente seghettate; di colore verde, hanno sulla faccia superiore del lembo , una macchia trasversale chiara. Le stipole sono grandi, membranose e dentate.
I fiori sono riuniti in capolini globosi solitari, bianchi, verdastri o rosa, composti da 40÷80 elementi all’apice di peduncoli eretti e glabri. Dopo la fioritura i fiori diventano penduli e bruni. Il calice campanulato, percorso da 10 nervature è diviso in 5 denti appuntiti (2 lunghi e 3 corti). La corolla papilionacea racchiude 10 stami, di cui 9 con filamenti saldati.
I frutti sono legumi, lineari, appiattiti, con 3÷4 semi cuoriformi, di colore variabile: giallo, arancio e rosso che rimangono nel calice disseccato.

Tipo corologico: Paleotemp. - Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel Nordafrica.
Subcosmop. - In quasi tutte le zone del mondo, ma con lacune importanti: un continente, una zona climatica,...

Habitat: Comune lungo le strade campestri, al margine dei boschi, nei prati; 0÷2.750 m s.l.m.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: Oltre alla subsp. nominale, sopra descritta, è presente nel nostro territorio:

Trifolium repens L. subps. prostratum Nyman che si distingue per peduncoli fiorali pubescenti o irsuti, capolini con ± 20 fiori, corolla generalmente rosea.

Il trifoglio coltivato nei prati monoliti, è diverso da quello che si trova spontaneo negli incolti o nei pascoli. Per la coltura intensiva si impiega uno speciale ecotipo selezionato nella Valle Padana, nelle zone del Cremonese e del Lodigiano caratterizzate da terreni alluvionali freschi e leggeri. È conosciuto come Trifoglio bianco gigante lodigiano, oppure ladino a foglie larghe, e si differenzia dal trifoglio bianco, per le maggiori dimensioni degli organi vegetativi e riproduttivi. La selezione ha portato a che questa varietà sopporti con difficoltà la mancanza nel terreno di adeguati livelli di umidità.

Tassonomia filogenetica

Immagine


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Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino “tri” = 3 e “folium” = foglia, con riferimento alle foglie ternate: l'epiteto specifico da "répo"= io strisco: strisciante.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie commestibile officinale

Pianta antireumatica, depurativa, oftalmica, detergente, tonica.
Indicata per i distrurbi della digestione e le diarree ostinate, le infiammazioni delle vie respiratorie, i reumatismi.
Per uso esterno, è antisettico.
Unito alle graminacee rappresenta un ottimo foraggio e a questo scopo è anche seminato, si estende con grande rapidità, migliora i pascoli magri. Si ottengono sino a 8 sfalci di ottima qualità, solitamente impiegato come foraggio verde.
I fiori possono essere utilizzati in frittata , uniti alle foglioline possono essere utilizzati come ingredienti per una bevanda tipo “sangrilla”.
Nel passato, durante periodi di carestia, i capolini secchi venivano raccolti per essere macinati, integrando in questo modo la farina.
Come tutte le specie appartenenti al genere Trifolium rappresenta un'ottima fonte sia di nettare che di polline per le api, anche se la riduzione della coltivazione con il sistema delle "marcite" lombarde ha ridotto notevolmente la produzione di miele allo stato uniflorale.

Note e Curiosità: Sangrilla con Trifolium repens: in una brocca spremere il succo di un'arancia, la buccia va tagliato in piccoli pezzi (solo la parte colorata), aggiungere una bottiglia di vino rosso secco e una bottiglia di vino bianco secco. Unire 5 o 6 manciate di fiori di trifoglio e foglie tenere, mescolare accuratamente. Lasciare a riposare in frigorifero avendo l'accortezza di coprire il recipiente, per un paio di giorni, mescolando una volta al giorno. Filtrare il liquido e aggiungere una pesca matura, ma soda tagliata a pezzetti e circa 100 grammi di zucchero di canna e mescolare bene. Servire freddissimo.

dalla "Flora dell'apicoltore lombardo", pubblicata sulla rivista "L'Apicoltore" nell'anno 1873.

"Fra le moltissime specie di trifoglio l'apicoltore deve conoscerne tre che tanto per la loro diffusione, come per la quantità di miele che somministrano riescono d'una importanza non comune. Le tre specie sono: il Trifoglio pratense, o di Lombardia, o di Stiria, il Trifoglione, o incarnato, ed il Trifoglio ladino, o cavallino, o domestico.
Alcuni apicoltori dissero che le api non raccolgono miele sul Trifoglio incarnato in causa della profondità del calice, anzi alcuni vorrebbero che l'ape italiana per avere una lingua più allungabile della tedesca per raccogliere miele da codesto fiore mentre l'ape tedesca non lo può.
In ogni modo l'importanza di codesto Trifoglio è molto minore delle altre due, e specialmente del Trifoglio ladino che dà ottimo e abbondante miele
".

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
AGRADI A., REGONDI S., ROTTI G., 2005. Conoscere le piante medicinali. Mediservice, Cologno Monzese (MI)
TUTIN T.G. et al., 1964-1980. Flora Europaea, Cambridge University Press
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
The International Plant Names Index (IPNI)


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Re: Trifolium repens L. - Trifoglio ladino

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Larino (CB), giu 2009
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Dopo l'antesi i fiori diventano penduli e bruni
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Larino (CB), giu 2009
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Semi di colore variabile
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