La fotografia in luce ultra violetta
Inviato: 02 giu 2018, 16:00
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La luce ultravioletta possiede diverse caratteristiche che la rendono interessante in diversi campi per le modificazioni che è in grado di creare a carico di alcune sostanze, a lei particolarmente sensibili e recettive.
Pur essendo ai limiti della visibilità per il nostro occhio, è spesso utilizzata nella mineralogia, dove è indispensabile per distinguere rapidamente alcuni minerali da altri, sfruttando il principio della fluorescenza indotta.
Molto utilizzata anche nel campo delle ricerche sui crimini, in quanto già da sola o in unione con particolari foto stimolatori, è in grado di evidenziare tracce sia pur minime di sangue o di altre sostanze utili per le indagini.
Nella paleontologia diventa un mezzo per individuare rotture o aggiunte ai fossili, confermando o meno la loro autenticità e la loro integrità.
Ma è inutile continuare, le utilizzazioni sono tantissime, piuttosto vediamo come possiamo utilizzarla nel migliore dei modi.
Cominciamo allora con la sua produzione, in che modo possiamo ottenerla e come la dobbiamo gestire.
Non esiste una sola luce UV, in realtà parliamo di una larga fetta di spettro luminoso, in cui le caratteristiche divengono più o meno accentuate, in funzione della loro lunghezza d’onda.
Le UV più utilizzate ed ormai standardizzate sono quelle a 365 nm (nanometri) che sono le più comuni e quelle a 264 nm, più difficili da ottenere, ma dalle caratteristiche ancora più interessanti.
Vediamo le principali sorgenti che io utilizzo nelle mie prove:
- La n. 1 è una delle più semplici da trovare, costa abbastanza poco ed è piuttosto potente: è una lampada ad UV 365 nm, utilizzata in elettronica per modificare lo stato di alcuni componenti elettronici (EPROM e simili).
- La n. 2 è la classica lampada per mineralogia, in grado di emettere potenti radiazioni UV a 365 nm oppure a 264 nm, per facilitare il riconoscimento della maggior parte dei minerali sensibili.
- La n. 3 è una simpaticissima ricarica mono pila per cellulari, a cui è stato aggiunto un led UV, ottenendo così un piccolo spot utile per evidenziare singoli punti del soggetto.
- La n. 4 è una torcia a led della UltraFire tipo wf-501b: di questo modello esiste la versione normale per luce bianca, ma è disponibile anche per varie lunghezze d’onda di UV e, se volete, anche per emissioni nel campo degli infrarossi. Dato il costo contenuto e la notevole potenza, si prestano a soddisfare moltissime esigenze di illuminazione.
La n. 5 è solo un supporto registrabile per treppiede da tavolo, in modo da mantenere la posizione delle torce nel punto più adatto. Lo utilizzo con le torce UltraFire o per posizionare singoli led di potenza.
Vediamo ora un tipico set di lavoro in luce ultra violetta:
In questo caso il soggetto è un fossile trilobite, in esame per vedere quali punti sono stati ricostruiti o per individuare eventuali punti di rottura.
Come si vede ho utilizzato la lampada da mineralogia a 365 nm per fare una illuminazione di fondo, più la torcia come luce spot per evidenziare la parte da fotografare.
Alcune note per evitare errori nell’uso degli UV in fotografia:
- eliminare le altre fonti di luce per non compromettere l’efficacia dei nostri illuminatori
- utilizzare la messa a fuoco manuale facendo delle prove, infatti la fotocamera metterebbe a fuoco con luce diversa ed in punto diverso. Anche se usate il fuoco manuale, fate delle prove di fuoco, perché anche il vostro occhio verrà ingannato dagli UV.
- In ogni caso, quello che vedete sarà spesso diverso da ciò che la fotocamera riuscirà ad immortalare: certe fluorescenze che il nostro occhio percepisce, la fotocamera non le vede, la gamma di contrasto tonale del nostro occhio è notevolmente più ampia di quella della fotocamera che, se siete particolarmente sfortunati, potrebbe anche avere al suo interno qualche lente trattata anti UV, rovinandovi tutto il vostro lavoro.
- Per questi e per altri motivi, non meravigliatevi se l’immagine stampata non saprà ricreare gli stessi effetti ottici che i vostri occhi hanno visto.
- I raggi UV possono danneggiare la vista, NON guardate direttamente dentro alle lampade o ai led e, se possibile, indossate dei buoni occhiali da sole
(Continua)
La luce ultravioletta possiede diverse caratteristiche che la rendono interessante in diversi campi per le modificazioni che è in grado di creare a carico di alcune sostanze, a lei particolarmente sensibili e recettive.
Pur essendo ai limiti della visibilità per il nostro occhio, è spesso utilizzata nella mineralogia, dove è indispensabile per distinguere rapidamente alcuni minerali da altri, sfruttando il principio della fluorescenza indotta.
Molto utilizzata anche nel campo delle ricerche sui crimini, in quanto già da sola o in unione con particolari foto stimolatori, è in grado di evidenziare tracce sia pur minime di sangue o di altre sostanze utili per le indagini.
Nella paleontologia diventa un mezzo per individuare rotture o aggiunte ai fossili, confermando o meno la loro autenticità e la loro integrità.
Ma è inutile continuare, le utilizzazioni sono tantissime, piuttosto vediamo come possiamo utilizzarla nel migliore dei modi.
Cominciamo allora con la sua produzione, in che modo possiamo ottenerla e come la dobbiamo gestire.
Non esiste una sola luce UV, in realtà parliamo di una larga fetta di spettro luminoso, in cui le caratteristiche divengono più o meno accentuate, in funzione della loro lunghezza d’onda.
Le UV più utilizzate ed ormai standardizzate sono quelle a 365 nm (nanometri) che sono le più comuni e quelle a 264 nm, più difficili da ottenere, ma dalle caratteristiche ancora più interessanti.
Vediamo le principali sorgenti che io utilizzo nelle mie prove:
- La n. 1 è una delle più semplici da trovare, costa abbastanza poco ed è piuttosto potente: è una lampada ad UV 365 nm, utilizzata in elettronica per modificare lo stato di alcuni componenti elettronici (EPROM e simili).
- La n. 2 è la classica lampada per mineralogia, in grado di emettere potenti radiazioni UV a 365 nm oppure a 264 nm, per facilitare il riconoscimento della maggior parte dei minerali sensibili.
- La n. 3 è una simpaticissima ricarica mono pila per cellulari, a cui è stato aggiunto un led UV, ottenendo così un piccolo spot utile per evidenziare singoli punti del soggetto.
- La n. 4 è una torcia a led della UltraFire tipo wf-501b: di questo modello esiste la versione normale per luce bianca, ma è disponibile anche per varie lunghezze d’onda di UV e, se volete, anche per emissioni nel campo degli infrarossi. Dato il costo contenuto e la notevole potenza, si prestano a soddisfare moltissime esigenze di illuminazione.
La n. 5 è solo un supporto registrabile per treppiede da tavolo, in modo da mantenere la posizione delle torce nel punto più adatto. Lo utilizzo con le torce UltraFire o per posizionare singoli led di potenza.
Vediamo ora un tipico set di lavoro in luce ultra violetta:
In questo caso il soggetto è un fossile trilobite, in esame per vedere quali punti sono stati ricostruiti o per individuare eventuali punti di rottura.
Come si vede ho utilizzato la lampada da mineralogia a 365 nm per fare una illuminazione di fondo, più la torcia come luce spot per evidenziare la parte da fotografare.
Alcune note per evitare errori nell’uso degli UV in fotografia:
- eliminare le altre fonti di luce per non compromettere l’efficacia dei nostri illuminatori
- utilizzare la messa a fuoco manuale facendo delle prove, infatti la fotocamera metterebbe a fuoco con luce diversa ed in punto diverso. Anche se usate il fuoco manuale, fate delle prove di fuoco, perché anche il vostro occhio verrà ingannato dagli UV.
- In ogni caso, quello che vedete sarà spesso diverso da ciò che la fotocamera riuscirà ad immortalare: certe fluorescenze che il nostro occhio percepisce, la fotocamera non le vede, la gamma di contrasto tonale del nostro occhio è notevolmente più ampia di quella della fotocamera che, se siete particolarmente sfortunati, potrebbe anche avere al suo interno qualche lente trattata anti UV, rovinandovi tutto il vostro lavoro.
- Per questi e per altri motivi, non meravigliatevi se l’immagine stampata non saprà ricreare gli stessi effetti ottici che i vostri occhi hanno visto.
- I raggi UV possono danneggiare la vista, NON guardate direttamente dentro alle lampade o ai led e, se possibile, indossate dei buoni occhiali da sole
(Continua)