Petasites hybridus (L.) G.Gaertn., B.Mey. & Scherb. subsp. hybridus - Farfaraccio maggiore

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Petasites hybridus (L.) G.Gaertn., B.Mey. & Scherb. subsp. hybridus - Farfaraccio maggiore

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Petasites hybridus (L.) G.Gaertn., B.Mey. & Scherb. subsp. hybridus
Ökon. Fl. Wetterau 3(1): 184 (1801)

Basionimo: Tussilago hybrida L. - Sp. Pl.: 866 (1753)
Altri sinonimi: Tussilago petasites L., Tussilago vulgaris Desf., Petasites officinalis Moench

Asteraceae

Farfaraccio maggiore, Farfaraccio ibrido, Deutsch: Gewöhnliche Pestwurz
English: Butterbur, Pestilence Wort
Español: Mantecona
Français: Pétasite officinal


Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.

Descrizione: Pianta perenne, erbacea, con grosso rizoma carnoso, lungo e ramificato da cui in primavera si sviluppa il fusto cavo e semplice, eretto, rossastro e ricoperto di scaglie dello stesso colore, senza foglie che appaiono soltanto al termine della fioritura, quando il fusto allungandosi arriva a 50 cm, che poi continua il suo sviluppo fino a superare il metro. Altezza 15÷120 cm.
Le foglie sono sorrette da un lungo e solido picciolo scanalato, color porporino; molto grandi (anche 80 x 40 cm), reniformi o arrotondate con il margine leggermente e irregolarmente dentato, hanno la pagina inferiore ricoperta da una lanugine biancastra che sparisce con l’età e solo le nervature rimangono coperte di peli glandulari.
I capolini a fiori poligami, sono raggruppati in un racemo terminale, allungato, l'infiorescenza è fitta, cilindrica più allungata dopo la fioritura, di colore rosso rosato, con brattee dello stesso colore. I fiori sono tubulosi, rossastri; i capolini femminili > di quelli maschili , sono i + grandi del genere.
I frutti sono acheni lisci di 2-3 mm, solcati, con un pappo di setole candide di 10 mm.
Tutta la pianta emana un odore fetido che ricorda quello delle cimici.

Tipo corologico: Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.

Habitat: Luoghi umidi, lungo i fossi, sponde dei corsi d’acqua nei prati freschi e ombrosi; 0÷1700 m s.l.m.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: Specie congeneri presenti nel nostro territorio:

Petasites albus (L.) Gaertn. - Farfaraccio bianco - Clicca qui per visionare la scheda

Petasites paradoxus (Retz.) Baumg. - Farfaraccio niveo, che si distingue per fusto rosso-bruno; squame dello scapo arrossate; fiori rosati riuniti in l'infiorescenza lassa; foglie di forma triangolare.

Petasites fragrans (Vill.) C. Presl - Farfaraccio vaniglione, che si distingue per fusto rosso-bruno; capolini formati da pochi fiori rosati riuniti in infiorescenza contratta, fiori periferici ligulati; foglie di forma rotondeggiante.

Tassonomia filogenetica

Immagine


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Etimologia: Il nome generico deriva dal greco "petàsos" = cappello a grandi falde, indica la forma delle foglie; quello specifico dal latino Hybridus= ibrido.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie officinale

Costituenti principali: petasina (sostanza attiva antispastica), mucillagini, tannini, olio essenziale e zuccheri
Ha proprietà antispastiche e analgesiche, agisce come tranquillante e regolatore del sistema neurovegetativo.

Nella medicina popolare è ancora talvolta ultilizzato come diuretico, sudorifero, e in caso di malattie delle vie respiratorie. E’ stato in passato usato come rimedio contro la peste, il colera, l’epilessia e le febbri in genere e più recentemente la sua azione sedativa lo ha consigliato contro l’insonnia, gli stati ansiosi ed asmatici, l’ ipertensione e l’ arteriosclerosi.
Per uso esterno è adatto in caso di infiammazione della pelle e delle mucose della bocca, nella cura delle varici, emorroidi e piaghe che cicatrizzano con difficoltà, le foglie fresche sono usate nel trattamento delle ferite.

Attenzione: Si sconsiglia l'uso di questa pianta per il suo contenuto di alcaloidi epatotossici.

Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

______________________________________________________________________________

Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia.Edagricole, Bologna.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005. An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma.
TRISKA J. La flora d'Europa. Melita, La Spezia 1990
PROSSER F., BERTOLLI A. & FESTI F. 2009. Flora illustrata del Monte Baldo . Museo Civico di Rovereto.
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D., THEURILLAT J.P., 2004. Flora alpina. Ediz. italiana: Bologna, Zanichelli.
IPFI - Index Plantarum Florae Italicae


Scheda realizzata da Marinella Zepigi & Giuliano Salvai
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Russi (RA), 8 m, apr 2012
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Asteraceae: Farfaraccio maggiore
Montemurlo (PO), 170 m, mar 2013
Foto di Antonino Messina
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Villafranca Lunigiana (MS), 120 m, mar 2014
Foto di Bruno Romiti
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Serramazzoni (MO), apr 2011
Foto di Patrizia Ferrari

Granuli di polline
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Torre Pellice (TO), 500 m, mag 2013
Foto di Claudio Severini
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Torre Pellice (TO), 500 m, mag 2013
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Limone P.te (CN), 1400 m, giu 2017
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