Albizia julibrissin Durazz. - Gaggia arborea
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Albizia julibrissin Durazz. - Gaggia arborea
Albizia julibrissin Durazz.
in Mag. Tosc. 3: (4) 13 (1772)
Albizzia julibrissin Durazz., Acacia julibrissin (Durazz.) Willd., Mimosa julibrissin (Durazz.) Scop.
Fabaceae
Gaggia arborea, Acacia di Costantinopoli, Deutsch: Seidenbaum, Schlafbaum
English: Persian silk tree
Español: Àrbol de la seda
Français: Acacia de Costantinople, Arbre à soie
Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Piccolo albero deciduo di rapida crescita, ma non longevo (10-20 anni); tronco diritto alto fino a 10(16) m, glabro e senza spine. La ramificazione è molto espansa e si allarga orizzontalmente creando così una chioma ombrelliforme e piatta. Corteccia grigio-verdastra e liscia, con l'età si solca verticalmente e diventa bruno-scura. Le gemme sono piccole e si sviluppano sulle cicatrici delle foglie dell'anno precedente.
Foglie composte, bipennate, alterne e leggerissime con aspetto piumoso ed elegante, lunghe 20-40 cm, con fino a 60 segmenti verde chiari, oblunghi, talora falcati e che durante la notte si richiudono. Il rachide ha una piccola ghiandola basale.
Fiori numerosi, ermafroditi e profumati, riuniti in capolini subsferici con corto peduncolo, e che a loro volta formano un'ampia pannocchia corimbosa terminale ai rametti. Gli elementi del perianzio sono molto ridotti con corolla giallo-verde, di ca 8 mm, imbutiforme a 5 lobi. Il calice tubiforme, di circa 3 mm, pubescente, con 5 lobi. Gli stami numerosissimi, dall'aspetto piumoso, lungamente sporgenti, saldati alla base e con varie sfumature dal giallo-roseo al violetto. Stilo1, filiforme.
Il frutto è un lomento, lungo 10-15 cm, glabro, bruno a maturazione e schiacciato tra i semi, persistente sull'albero fino alla primavera successiva. I semi bruni, ovali e appiattiti.
Numero cromosomico: 2n=26
Tipo corologico: Paleotrop. - Paesi della fascia tropicale in Africa ed Asia.
Distribuzione: Comunemente coltivata in Italia in quasi tutte le regioni, e globalmente nelle zone di fascia temperata con clima mite ove diventa spesso inselvatichita ed invasiva.
Habitat: Pianta rustica, ma preferisce zone soleggiate, terreni poveri e sabbiosi, anche calcarei e sopporta una certa salinità nel substrato, da 0 a 300 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Il genere (subfamiglia delle Mimosoideae) comprende circa 150 specie arboree ed arbustive per lo più ornamentali diffuse in tutta la fascia tropicale dell'Eurasia, Africa, America ed Australia.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico ricorda il nobile fiorentino Filippo degli Albizzi che verso 1740 introdusse la pianta a Firenze da un viaggio a Costantinopoli.
L'epiteto specifico probabilmente viene dal vocabolo persiano 'Gul-i-Abrisham', che significa fiore di seta, o dall'arabo 'djulâb', acqua di rose.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Il legno di color bruno rossastro con venature nere veniva un tempo ricercato per i lavori di intarsio nell'ebanisteria.
La corteccia viene talvolta usata per trattare le ecchimosi. I fiori sono carminativi, sedativi e tonici e vengono utilizzati per trattare insonnia e nervosismo.
Alcune specie del genere, come Albizia procera (Roxb.)Benth., Albizia fastigiata (E. Mey.)Oliv. e Albizia amara(Roxb.)Boivin, nei paesi d'origine hanno un'importanza economica per la produzione di gomma. La corteccia di Albizia anthelminthica (Brogn.) fornisce un'efficace sostanza contro la tenia.
Per la sua chioma espansa e leggera è un albero ideale per ombreggiare viali, giardini e coltivazioni, inoltre produce molto nettare che attira le api.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
Conti, F.; Abbate, G.; Alessandrini, A.; Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005
Pignatti, S. -Flora d'Italia (vol.II), Edagricole, Bologna, 1982
Zangheri, P. -flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Lanzara, P. e Pizzetti, M.: Alberi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
Flora of Cina
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Anja Michelucci
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Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Piccolo albero deciduo di rapida crescita, ma non longevo (10-20 anni); tronco diritto alto fino a 10(16) m, glabro e senza spine. La ramificazione è molto espansa e si allarga orizzontalmente creando così una chioma ombrelliforme e piatta. Corteccia grigio-verdastra e liscia, con l'età si solca verticalmente e diventa bruno-scura. Le gemme sono piccole e si sviluppano sulle cicatrici delle foglie dell'anno precedente.
Foglie composte, bipennate, alterne e leggerissime con aspetto piumoso ed elegante, lunghe 20-40 cm, con fino a 60 segmenti verde chiari, oblunghi, talora falcati e che durante la notte si richiudono. Il rachide ha una piccola ghiandola basale.
Fiori numerosi, ermafroditi e profumati, riuniti in capolini subsferici con corto peduncolo, e che a loro volta formano un'ampia pannocchia corimbosa terminale ai rametti. Gli elementi del perianzio sono molto ridotti con corolla giallo-verde, di ca 8 mm, imbutiforme a 5 lobi. Il calice tubiforme, di circa 3 mm, pubescente, con 5 lobi. Gli stami numerosissimi, dall'aspetto piumoso, lungamente sporgenti, saldati alla base e con varie sfumature dal giallo-roseo al violetto. Stilo1, filiforme.
Il frutto è un lomento, lungo 10-15 cm, glabro, bruno a maturazione e schiacciato tra i semi, persistente sull'albero fino alla primavera successiva. I semi bruni, ovali e appiattiti.
Numero cromosomico: 2n=26
Tipo corologico: Paleotrop. - Paesi della fascia tropicale in Africa ed Asia.
Distribuzione: Comunemente coltivata in Italia in quasi tutte le regioni, e globalmente nelle zone di fascia temperata con clima mite ove diventa spesso inselvatichita ed invasiva.
Habitat: Pianta rustica, ma preferisce zone soleggiate, terreni poveri e sabbiosi, anche calcarei e sopporta una certa salinità nel substrato, da 0 a 300 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Il genere (subfamiglia delle Mimosoideae) comprende circa 150 specie arboree ed arbustive per lo più ornamentali diffuse in tutta la fascia tropicale dell'Eurasia, Africa, America ed Australia.
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Etimologia: Il nome generico ricorda il nobile fiorentino Filippo degli Albizzi che verso 1740 introdusse la pianta a Firenze da un viaggio a Costantinopoli.
L'epiteto specifico probabilmente viene dal vocabolo persiano 'Gul-i-Abrisham', che significa fiore di seta, o dall'arabo 'djulâb', acqua di rose.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Il legno di color bruno rossastro con venature nere veniva un tempo ricercato per i lavori di intarsio nell'ebanisteria.
La corteccia viene talvolta usata per trattare le ecchimosi. I fiori sono carminativi, sedativi e tonici e vengono utilizzati per trattare insonnia e nervosismo.
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